In primo luogo commemorative: cinquant'anni dalla rifondazione della Rivista di psicoanalisi da parte di Cesare L.
Nicola Perrotti e le due Psiche
Nel 1948 Nicola Perrotti firmava nelle sue vesti di direttore la premessa al primo fascicolo di una nuova rivista, Psiche, (47) che si presentava come «Rivista Internazionale di Psicoanalisi e delle Scienze dell'uomo».
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Precisazioni
Le bacheche che seguivano in Mostra, a partire dalla rinascita della Rivista di psicoanalisi nel 1954 sotto la direzione di C.L.
Pontalis)
Care Colleghe, Cari Colleghi, Cari Lettori tutti, vi confesso di provare un po' di emozione nello scrivere un editoriale nella veste di direttore della ‘nostra’ Rivista di Psicoanalisi. Qui oggi a firmare per la prima volta un numero della Rivista, di fronte a una tradizione di mezzo secolo della storia editoriale della S.P.I.
È così ad onorare il mandato di tutti coloro i quali vedono nelle funzioni del Direttore della Rivista di Psicoanalisi non solo la libertà di esprimere le proprie idee e convinzioni, e quindi una delega a operare come meglio crede, ma anche e soprattutto una funzione di rappresentanza e al contempo di garanzia della necessaria dialettica e del confronto di idee.
Uno spazio della Rivista assumerà la denominazione di “stanza del dibattito” perché in primo luogo venga approfondita l'area di discussione teorico-clinica sulla psicoanalisi.
Perseguire tale obiettivo sembra meglio poter favorire - nell'opportuno dialettico riconoscimento delle differenze - il senso di appartenenza alla comune area psicoanalitica; in particolare a quella della S.P.I., di cui la Rivista di Psicoanalisi si onora di fare parte e di cui intende essere a un tempo portavoce e promotrice di pensieri attinenti la psicoanalisi.
In quanto psicoanalisti deputati a occuparsi di scrittura e di lettura di parole che attengono alla psicoanalisi, e faccio riferimento a un noi più ristretto della redazione della Rivista, siamo doppiamente esposti.
La presente versione ampliata è l'esito di un invito che ricevetti all'inizio del 2005 dal direttore della Rivista di psicoanalisi, prof. Agostino Racalbuto.
Agostino Racalbuto, dem damaligen Redakteur der Rivista di Psicoanalisi (2005, 51, 1065-1086), angeregte erweiterte Fassung wird mit einigen Ergänzungen hier vorgestellt.
Il bel contributo di Lombardi, apparso di recente sulla Rivista di Psicoanalisi (2006), offre una panoramica delle posizioni che vanno emergendo nelle società psicoanalitiche europee e americane.
Lombardi's commendable contribution, which recently appeared in the Rivista di Psicoanalisi (2006), offers a view of the positions that are emerging in European and American psychoanalytical societies.
Egli, come molti, reputa che l'analista si trovi, in certo senso, a cavallo di due mondi, quello della situazione analitica “extrasociale” e quello della società in cui vivono paziente e terapeuta; questo lascia spazio a una serie di “violazioni dei confini”, giungendo al limite allo sfruttamento sessuale (violazioni sui quali ho discusso recentemente sul n. 18/2004 di Setting, rivista dell'Associazione di studi psicoanalitici [ASP] di cui lo stesso Meneguz è membro). Tale situazione risale, per l'autore, alle origini stesse della psicoanalisi, allorché la creazione di un'Associazione psicoanalitica internazionale comportò scelte politiche e strategie di gestione del potere non sempre limpide (come quel parallelo “comitato segreto”, che è apparso agli occhi di molti una sorta di congrega di congiurati).
Vediamo, dunque, che questa terminologia di “romanzo familiare”, che come sappiamo in psicoanalisi ha un significato estremamente preciso e circoscritto (più volte, in questi ultimi numeri della Rivista di Psicoanalisi è accaduto che vari colleghi se ne siano occupati!)
Ma — osserva Greenson — “… il bambino, per poter raggiungere un sano senso di mascolinità, deve sostituire il suo oggetto
La recensione è pubblicata sulla Rivista di Psicoanalisi, 1985, XXXI, 3.
La cronaca della Week-end Conference dell'84 è pubblicata sulla Rivista di Psicoanalisi, 1985, XXXI, 1.
La prima edizione era apparsa nel 1931, nella celebre serie dei “Manuali” Hoepli, ed è significativo ricordare che già una volta, nel lontano 1932, questi “Elementi di psicoanalisi” furono recensiti con sincera devozione da Nicola Perrotti sulle pagine de La Rivista di Psicoanalisi, nel primo volume del fascicolo 6; quella stessa Rivista che Weiss aveva appena fondata e che — a causa delle note vicende politiche — sarebbe stata costretta a sospendere le pubblicazioni nel giro di soli due anni.
Nel 1940 arrivano a New York Heinz Hartmann e Ernst Kris, entrambi membri dell'Istituto Psicoanalitico di Vienna, che insieme a Rudolf Loewenstein, anche lui austriaco, elaboreranno la Psicologia dell'Io, fondando e dirigendo con Anna Freud la rivista The psychoanalytic study of the child. Tutto ciò per sgombrare il campo dall'idea di una psicoanalisi americana naïf, provinciale e culturalmente arretrata.
Sempre Assagioli apriva una nuova rivista, Psiche, che ebbe vita breve (dall'inizio del 1912 fino al 1915) ma segnò un momento importante per i rapporti della psichiatria italiana con la psicoanalisi: voluta e di fatto diretta dal giovane Assagioli, la rivista indicava tra i direttori, oltre Guido Villa di Pavia, gli psichiatri Enrico Morselli e Sante de Sanctis, e dunque apriva un dialogo tra le due discipline.
Mentre, come si è detto, Assagioli discute e fa discutere su Psiche delle idee di Freud, Jung e Adler, uno psichiatra, Marco Levi Bianchini, fonda nel 1915 la “Biblioteca psicoanalitica italiana” che, appoggiata alla rivista Il Manicomio, apre la collana con la traduzione delle “Cinque conferenze sulla psicoanalisi” (Freud, 1909). È la prima opera di
di confrontarsi con la psicoanalisi. Non diversamente sembra pensarla Eugenio Rignano, il biologo psicologo direttore di Scientia, rivista di prestigio internazionale edita a Bologna; nel 1913 ha pubblicato un testo appositamente scritto da Freud su sua richiesta: è “L'interesse per la psiconalisi”, saggio in cui Freud esplicita diligentemente quale ricaduta il suo “rampollo” possa avere sulle “scienze non psicologiche”: linguistica, filosofia, biologia, storia della civiltà, estetica, sociologia, pedagogia.
di storia della medicina, pp. 68-97.
Baroncini L. (1908). Il fondamento e il meccanismo della psicoanalisi. Rivista
Rivista di patologia nervosa e mentale, XXV, 3-4: 65-109.
Buscaino V.M. (1921). Biologia della vita emotiva. Bologna: Zanichelli.
David M. (1990). La psicoanalisi
C'è una ragione, secondo la Kriill, perché vita di Jacob Freud ed ebraismo finiscono col confluire nel suo programma di storico: se è vero che - in mancanza delle lettere familiari finora inedite—
Si rimanda alla recensione di Simona Argentieri su questo stesso numero della Rivista di Psicoanalisi.
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quasi nulla si sa della madre di Freud, Amalia (si veda il capitoletto 3.1.2 del saggio), su Jacob, “specie dopo le ricerche di Sajner e della Gicklhorn in archivi cecoslovacchi, vi è un po' più materiale biografico, ma pur sempre abbastanza scarso… In fin dei conti possiamo solo descrivere l'ambiente di vita generale in cui [Jacob] crebbe e fare speculazioni su quanto abbiano influito su di lui i grandi movimenti politici e spirituali dell'epoca”.
2004
50
S
217-219
Ospitare la scrittura
Maurizio Balsamo
Nel dare il benvenuto a voi tutti, ed in particolare alla redazione della Rivista di psicoanalisi, non posso non accorgermi che definisco, con tale gesto, quella situazione un po' particolare e molto complessa che si chiama ospitalità.